Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Targhe numerate della linea trincerata di San Pier d'Isonzo
Settore: Basso Isonzo - Carso
Codici
Codice
000646
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Targa
OGTE - Epoca origine
Bellica
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Friuli Venezia Giulia
PVCP - Provincia
Gorizia / Gurize / Gorica
PVCC - Comune
San Pier d'Isonzo
PVCL - Località principale
Boseano
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Basso Isonzo - Carso
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Regno d'Italia
ESBE - Forza Armata
Regio Esercito Italiano
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
La linea trincerata si San Pier d'Isonzo accolse i militari italiani già nei primi mesi dallo scoppio dell'evento bellico. A San Pietro l’ingresso delle truppe italiane, con la banda in testa, ebbe carattere di ufficialità. Nella lunga sfilata di soldati, carri militari e cannoni, risaltava in particolare il pittoresco passaggio dei bersaglieri ciclisti. Probabilmente un’esultanza calorosa fu manifestata allora dai cittadini di fervidi sentimenti italiani che erano pochi ma contavano nel paese, essendo per lo più possidenti: i Montegnacco la cui famiglia aveva dato all’Italia due suoi figli volontari, gli Zanolla di fervente matrice irredentista triestina, i Montena e qualche altro. La maggior parte della popolazione appariva pensosa, dopo che aveva visto ardere tra le fiamme le carte vecchie e nuove dell’archivio comunale dove imperava il nome di Francesco Giuseppe. Il 9 giugno, piuttosto incautamente, fu ordinato l’assalto al Carso per il monte Sant’Elia che al momento, come una penisola tra due mari, era l’unica via praticabile. La modesta quota fu raggiunta, ma l’ulteriore avanzata incontrò una tenace resistenza da dover essere sospesa. Pesante il bilancio delle perdite nel 17° e nel 18° reggimento in questo primo scontro: 3 ufficiali morti, 11 feriti, 100 soldati morti e 300 feriti. La memoria di questa battaglia è rimasta molto viva: l’assordante fragore dei proiettili, il crepitare martellante delle mitragliatrici ed ancora il ritorno dei sopravvissuti stravolti, ai quali veniva offerta acqua o altre bevande. Molti feriti erano ricoverati nella casa di Libera di Montegnacco, dove si dovette far ricorso alle lenzuola di famiglia per ricavarne le bende necessarie. La popolazione manifestava così il suo senso di pietà verso il soldato italiano, una pietà che sarebbe poi accresciuta con lo svolgersi di un dramma che non conosceva frontiere.
TE - Testo epigrafe
LSIL - Lingua
Italiano
LSII - Trascrizione testo graffito
Trincea n
Lunghezz m
LSIO - Trascrizione testo originale
Trincea n
Lunghezz m
LSTI - Traduzione in italiano
Trincea n.
Lunghezza n.
1916
1916
LSIC - Tecnica di costruzione
Incisione in cavo
LSIM - Materiali utilizzati
Cemento
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Parzialmente danneggiato
STCO - Note
la scritta si ripete 3 volte, mentre la data 1916 due
DO - Fonti e documenti di riferimento
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Rilevamento
Giorgio Pisaniello
11/04/2013
Inserimento
Giorgio Pisaniello
12/06/2021
Inserimento
Giorgio Pisaniello
12/06/2021
AN - Annotazioni
OSS - Osservazioni
Le targhe lungo questo tratto trincerato sono tre, di cui solo quella all'ingresso è in discrete condizioni. La seconda si trova a circa 40 metri dall'ingresso, seguendo il canale secondario verso ovest. L'altra invece si trova a lato di un ingresso una ventina di metri piu'avanti.
Gallery
a. la targa all'ingresso principale della trincea
b. La seconda targa lungo la stessa trincea
La trincea nella località di Boseano