La pregevole targa del 6° Reggimento Genio Ferrovieri, impreziosita dalla rappresentazione di un serpente che getta fiamme dalla bocca, indica la presenza, presso sommità del Pleče, di una stazione fotoelettrica munita di un proiettore con specchio di 75 cm di diametro.
Come osservato dagli Autori di "Ricami di Guerra" (op. cit.), la rappresentazione del serpente potrebbe derivare da un particolare distintivo della specialità dei fotoelettricisti (diverso da quello raffigurante un proiettore che emette un fascio luminoso), appunto a forma di serpente strisciante.
Il servizio fotoelettrico, operato in seno al 6° Reggimento Genio Ferrovieri, svolgeva compiti di vigilanza sul terreno e sui movimenti del nemico mediante appositi proiettori, oltre che di "accecamento luminoso" degli osservatori avversari.
Le stazioni fotoelettriche erano dotate di proiettori da 120, 90, 75, 60, 40 e 35 cm. Il loro numero andò continuamente aumentando nel corso del conflitto, passando da 117 stazioni nel 1915, a 540 nel 1916 e 695 nel 1917, organizzate in Sezioni e Direzioni del servizio fotoelettrico (da agosto 1918 ridenominate, rispettivamente, Compagnie e Battaglioni fotoelettricisti). Ad ottobre 1918 si contavano 9 Battaglioni, 36 Compagnie e 1200 Stazioni, oltre a 26 Sezioni fotoelettriche territoriali, destinate alla difesa contraerea.
La Stazione fotoelettrica oggetto della presente epigrafe era carreggiata, mediante due carrette a due stanghe a due ruote; il proiettore, con specchio da 75 cm, era manovrato a mano e funzionava situato sulla carretta di trasporto, poggiando sulla stessa per mezzo di un sotto-zoccolo fissato al piano della carretta con apposita molla; emetteva un'intensità luminosa di 42 milioni di candele e poteva illuminare, in buone condizioni ambientali, fino a 3500 metri, con un fascio, a tale distanza, del diametro di 125 metri.