Settore: Basso Isonzo - Carso
Riguardo agli Zappatori Scelti, l'opera citata "Ricami di guerra. Fregi e distintivi del Regio Esercito italiano nel Primo conflitto mondiale" di Andrea Brambilla e Franco Mesturini così riporta: "Dati gli incarichi che dovevano svolgere, il Genio aveva tra le sue specialità quelle dello Zappatore scelto e del Minatore scelto, cui erano affidati particolari lavori di scavo e scasso mediante l'uso di attrezzi ed esplosivi. Gli Zappatori scelti approntavano le condizioni affinché i Minatori scelti potessero operare. Lavoravano spesso come talpe, affiancati dagli addetti alle perforatrici che bucavano la roccia preparando i fornelli ciechi per le mine da far brillare; aprivano caverne per riparare i combattenti dai tiri d'Artiglieri, realizzavano interruzioni stradali e grandi demolizioni, erano i deus ex machina della guerra di mina, per la difesa o l'attacco di fortificazioni". Nell'opera citata "Il Sentiero Militare Abramo Schimd" di Dario Marini de Canedolo, la Quota 208 Nord (modesto rilievo sul ciglione dell'Altopiano Carsico sovrastante da est il Vallone di Gorizia) è chiamato dai locali "Kucelj", ossia "monticello" o "piccola collina". In guerra entrò in uso la denominazione topografica di Quota 208 Nord, per distinguerla da quella di uguale altezza situata 900 m più a sud. I combattenti le chiamarono 'le maligne gemelle' per l'asprezza degli scontri che vi si svolsero. La quota 208 nord venne conquistata dagli italiani nel primo assalto del 12 ottobre 1916 (Ottava Battaglia dell'Isonzo), assieme al vicino paese di Nova Vas. La realizzazione del sistema incavernato presso la sua sommità probabilmente fu agevolata dal fatto che nei primi anni del 1900 era stata tracciata una strada che da Isceri portava ad una piccola cava di pietra poco distante. Il sistema ipogeo bellico "è costituito da una lunga caverna rettangolare (m. 37 x 3), alla quale si accede da ovest attraverso cinque brevi corridoi paralleli si aprono nella parete di un ampio trincerone, al quale giunge da nord un profondo camminamento. Per portarsi sulla quota senza uscire allo scoperto è stato scavato uno stretto e tortuoso tunnel ascendente, malagevole anche per la scarsa altezza della volta, il cui sbocco in superficie è seguito da un corridoio angolare in cemento".