Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Scritta in memoria degli Alpini del 5° Reggimento caduti durante l'attacco del 9 giugno 1915 - Val Presena
Settore: Adamello - Tonale - Valcamonica
Codici
Codice
003964
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Scritta
OGTE - Epoca origine
Bellica
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Trentino-Alto Adige/Südtirol
PVCP - Provincia
Trento
PVCC - Comune
Vermiglio
PVCL - Località principale
Val Presena
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Adamello - Tonale - Valcamonica
LTST - Toponimo storico località principale
Val Presena
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Impero Austro-Ungarico (Österreichisch-Ungarische Monarchie / Osztrák-Magyar Monarchia)
ESBE - Forza Armata
Imperiali e Regie Forze Armate Terrestri austro-ungariche (K.u.K. Landstreitkräfte)
ESBN - Esercito nazionale
Imperial - Regio Esercito Nazionale Austriaco (K.K. Landwehr)
ESBA - Arma
Fanteria (Infanterie)
ESBS - Specialità
Fanteria (K.K. Landesschützen)
ESBR - Reggimento
Imperial - Regio Reggimento Landesschützen n° 2 Bozen (K.K. Landesschützen Regiment Nr. 2 Bozen)
ESBB - Battaglione, Battaglione autonomo, Gruppo
IX Battaglione di Marcia Landesschützen (IX Landesschützen Marschbataillon)
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
All’inizio delle ostilità, il confine tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico nella porzione nord-ovest del gruppo dell’Adamello seguiva esattamente la cresta montuosa che dal Monte Mandrone giunge, passando per la Punta di Lagoscuro e di Castellaccio, al Passo Paradiso (o del Monticello, q. 2573) e al Monticello Superiore (o Monte Paradiso, q. 2609), per poi scendere in direzione nord verso il Passo del Tonale.
Tale linea era nettamente favorevole agli Austro-Ungarici, che potevano raggiungere le postazioni di confine dalla Val di Genova e dalla Val Presena in modo molto più agevole degli Italiani, ostacolati dalle ripidissime pareti del loro versante.
Gli Austro-Ungarici avevano inoltre realizzato, già nel 1908, una mulattiera - dedicata all’Arciduca Principe Eugenio - che dalla Val Vermiglio saliva in Val Presena, a servizio delle postazioni della Conca di Presena e dei Monticelli, un'affilata cresta di cime fiancheggianti il lato meridionale del Passo del Tonale, dalla quale si poteva tenere sotto tiro dell’artiglieria l’abitato di Ponte di Legno e controllare i movimenti degli Italiani in Val Camonica sino a Vezza d’Oglio. Alla fine di maggio 1915 il presidio era composto da un reparto di 75 Standschützen e da un centinaio di uomini del IX Battaglione di Marcia del K.K. Landesschützen Regiment Nr. 2 "Bozen".
In tale contesto si colloca la controversa decisione - attuata il giorno prima dell’inizio della guerra - di abbandonare le posizioni di Passo Paradiso (presidiate da mezzo plotone di alpini della 44ª Compagnia del Battaglione Morbegno), ritenute indifendibili, potendo essere rifornite solo dal ripido canale che saliva dal Passo del Tonale, peraltro esposto al tiro avversario.
Il Passo fu così prontamente occupato dai Landesschützen, agli ordini del tenente Rico Quandest.
Già all’inizio di giugno, tuttavia, il Comando del III Corpo d’Armata rilevò l'assoluta necessità di occupare la Conca Presena e i Monticelli.
L’azione fu affidata al Battaglione Morbegno, nelle sue tre compagnie permanenti (44ª, 45ª e 47ª), agli ordini del maggiore Riccardo Castelli; mediante una manovra aggirante attraverso i Passi Pisgana e Maroccaro, il Battaglione avrebbe dovuto attaccare dall’alto la Conca e la guarnigione di Passo Paradiso. Nel frattempo, i Battaglioni Val d’Intelvi e Valcamonica avrebbero dovuto effettuare un attacco dimostrativo verso il Passo del Tonale.
Nel tardo pomeriggio dell’8 giugno, circa 500 alpini, selezionati tra i più robusti, partirono da Precasaglio (Valcamonica), senza zaino; li accompagnava la guida alpina Bortolo Cresseri di Ponte di Legno.
Dopo una lunga e faticosa salita fuori sentiero lungo le morene della Val Narcanello, il Battaglione raggiunse solo all'alba il Passo del Lago Inghiacciato (ora Passo Pisgana, q. 2933). Inizialmente protetto dalla nebbia, il Battaglione - con in testa il plotone skiatori e la 44ª Compagnia - iniziò ad attraversare la Conca del Mandrone.
Sfortunatamente per gli Italiani, la nebbia si dissolse presto e la lunga fila degli attaccanti - sprovvisti di mantellina bianca - fu avvistata dagli uomini dell’esiguo presidio della Leipziger-Hütte (a poca distanza dall’attuale Rifugio "Città di Trento" al Mandrone). Questi, credendo di essere attaccati, suonarono l’allarme e prontamente inviarono uno sciatore verso Passo Presena per chiedere aiuto al presidio del Passo Paradiso.
Dopo circa due ore, attraversata la Conca del Mandrone, le Compagnie del Morbegno si raccolsero poco sotto Passo Maroccaro in una piccola valletta.
Gli Alpini risultavano nascosti alla vista delle ridottine di Conca Presena grazie alla particolare conformazione del ghiacciaio al tempo, ma furono comunque scorti dell’attenta vedetta del Forte Mero in Val di Strino, che diede subito l’allarme. Nel frattempo anche la staffetta dal Mandrone era giunta al Passo Paradiso, allarmando anche gli uomini del presidio.
I reparti si disposero in formazione di combattimento, con le Compagnie 44ª e 45ª in attacco e la 47ª Compagnia di riserva al Maroccaro con il Comando di Battaglione.
Gli Alpini si slanciarono all’attacco delle ridottine di Conca Presena. Il tenente Quandest, per scongiurare il pericolo di aggiramento, prese l’avveduta decisione di separare dalle pur scarse forze a disposizione una prima squadra di sciatori, che inviò sulla destra, verso la parete alla base della Cresta di Casamadre, e una seconda squadra di fucilieri verso le morene a sinistra del proprio schieramento.
Gli Italiani - in superiorità numerica, ma ben visibili sul terreno innevato - furono bersagliati dai precisi tiri dei difensori, al riparo dei loro appostamenti tra grandi massi di tonalite, oltre che dall’artiglieria dei forti Zaccarana (Werk Tonale) e Pozzi Alti (Werk Presanella).
Gli attaccanti, invece, non poterono contare sull’appoggio dei pezzi da 149 del Corno d’Aola, il cui tiro risultò impreciso, probabilmente anche a causa della necessità di superare l’altissima cresta del Lagoscuro e Castellaccio.
Uno dei primi a venire colpito fu il Sottotenente Petterino (ricordato anche nell'iscrizione cod.
003963
), che cadde davanti al suo plotone e - come riferisce Vittorio Martinelli, avendolo appreso da racconti di reduci - "continua ad avanzare anche da morto, sospinto dalla pendenza sulla neve".
Le successive ondate degli Italiani furono respinte dagli Austro-Ungarici, i quali pur avendo rallentato il fuoco, per risparmiare munizioni, lo avevano affidato ai precisi colpi dei tiratori scelti.
Nel corso dell’attacco caddero poi il capitano Giuseppe Villani della 44ª Compagnia, il sottotenente Mario Pompele e il tenente Raimondo Arrigoni (cognato del capitano Antonio Negri-Cesi, comandante della 50ª Compagnia del Battaglione Edolo, impegnata in quello stesso giorno nell’azione dimostrativa dal Passo dei Contrabbandieri verso l’Ospizio di San Bartolomeo).
Il maggiore Castelli, dalla sua posizione del Maroccaro, decise quindi di impiegare anche la 47ª Compagnia, la quale tuttavia fu investita dalla squadra che il tenente Quandest aveva precedentemente inviato sul lato sinistro del suo schieramento. Spuntati dal Cornicciolo di Presena (q. 2916), gli Austro-Ungarici iniziarono a colpire la 47ª sul fianco destro, scoperto, impedendole di portare aiuto alle altre due compagnie.
Temendo di finire accerchiato dal presidio della Leipziger Hütte nella Conca del Mandrone, il maggiore Castelli decise quindi di interrompere l’azione. Iniziò quindi per i superstiti una durissima ritirata per la vedretta, trascinando nella neve ormai molla i compagni feriti o colpiti da oftalmia e tormentati dal fuoco nemico alle spalle.
Gli Italiani lamentarono numerosi morti e feriti; la cifra di 52 morti (di cui 4 ufficiali), comunemente riportata nella storiografia, è stata recentemente rivista dagli Autori di un approfondito studio sui Cimiteri militari sul fronte dell’Adamello (W. Belotti, M. E. Cavalleri, A. Pedrotti. M. Peloia, "I Cimiteri militari", op. cit.), concludendo per un numero pur sempre pesante, ma inferiore, di circa una trentina di deceduti.
Gli Austro-Ungarici, di contro, ebbero un solo morto (il Caposquadra della Sanità Mayr, ucciso da un alpino ferito cui si apprestava a rendere soccorso; l’episodio poi immortalato in un noto dipinto del Kriegsmaler Hans Bertle) e si diedero prontamente a raccogliere morti e feriti.
Il fallimento dell’azione italiana va imputato - secondo l’unanime giudizio degli storici citati - alla grave inesperienza della guerra in alta montagna: gli Alpini - già affaticati dalla lunga marcia notturna, privi di divise mimetiche e di occhiali protettivi - furono impegnati in un attacco frontale e in campo aperto, senza appoggio di artiglieria, contro difensori sparsi e bene appostati, i quali seppero indirizzare immediatamente precisi colpi sui ben visibili ufficiali, menomando così l’impeto della truppa.
Parte dei caduti del Battaglione Morbegno fu sicuramente seppellita nel cimitero militare di Stavel, in Val Vermiglio, probabilmente dopo una prima sepoltura in prossimità dei luoghi in cui erano caduti.
Tale conclusione si fonda proprio sul tenore della presente epigrafe, realizzata con vernice nera su un grosso masso in prossimità del villaggio austro-ungarico dei Monticelli, in cui sono riportati - seppur in modo parzialmente distorto - i nomi del capitano Giuseppe Villani (nato a Milano il 31 luglio 1874), dei Sottotenenti Mario Pompele e Giuseppe Petterino (cfr., amplius, cod. 003963), di un ulteriore Sottotenente (del tutto verosimilmente Raimondo Arrigoni, nato a Trescore Balneario il 6 agosto 1890) e di 19 uomini del 5° Reggimento Alpini.
In base a quanto accertato dagli Autori dello studio sui cimiteri militari dell'Adamello sopra richiamato, dei quattro ufficiali del Morbegno caduti durante l’azione del 9 giugno, "si ha la certezza dell’inumazione nel cimitero di Stavel soltanto del capitano Giuseppe Villani, [...] comandante della 44ª Compagnia, la cui salma nel dopoguerra venne esumata dalla tomba n. 85 e traslata nel Sacrario Militare di Castel Dante".
Alla memoria del capitano Giuseppe Villani fu concessa la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: "Colpito gravemente alle gambe, rifiutò qualunque soccorso, e, con calma e serenità, continuò a incitare i suoi alla lotta. Caricato sulla barella, mentre attorno cadevano entrambi i portaferiti, colpito a morte alla gola, rimase sul campo (Laghi di Presena, 9 giugno 1915)". Anche al sottotenente Raimondo Arrigoni fu concessa la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: "Di costante esempio per calma e serenità, incitava i suoi, e, sotto vivo fuoco nemico, li conduceva a nuovo appostamento; cadeva, poi, colpito a morte (Laghi di Presena, 9 giugno 1915)".
Dopo tale sfortunata azione, la conquista della Conca Presena e dei Monticelli fu successivamente tentata tre volte nel corso del 1915.
Il 25 agosto il Battaglione Morbegno attaccò con la 47ª Compagnia dall’Alpe Pajole verso Q. 2107 e quindi in direzione della Q. 2432 (Monticello Basso) e con la 45ª verso il Passo del Diavolo, la stretta insellatura tra Q. 2552 del Monticello Superiore e il Monticello di Mezzo o Q. 2545 (oggi quotata 2539).
Il 14 settembre gli uomini della Centuria Valcamonica e dei Battaglioni Val d’Intelvi (245ª Compagnia) e Morbegno (44ª e 45ª Compagnia) attaccarono invece dal Castellaccio e da Passo di Casamadre. L'azione portò alla conquista della Q. 2902 (Passo del Dito) da parte della Centuria Valcamonica, mentre le compagnie del Morbegno rimasero bloccate nel corso della discesa dal ripido canale presso il Passo del Castellaccio; la Centuria, trovatasi isolata, fu costretta a ritirarsi.
All'azione partecipò come osservatore il sottotenente Gualtiero Castellini, ufficiale addetto al Comando della V Divisione, che così ricorda quei drammatici momenti: "Giornata di fuoco che, forse mi resterà nella memoria. Se vivrò, negli anni lontani ricorderò solo una data: 14 settembre, ma oggi tentiamo per la prima volta di togliere al nemico i 'Monticelli', breve nome lieve, di durissimo ostacolo alpino. I nostri reparti devono tentar la calata dal Castellaccio, il dirupo fra i 2900 e i 2300. … A venti minuti dalla cima fermo io stesso il plotone del Genio, al riparo. Perché venir avanti? Sarebbe in gran parte distrutto … Fra due rocce uno spettacolo orrendo: un ferito che muore, ha il cranio per metà scoperchiato, una pozza di sangue enorme (mi domando: contiene tanto sangue l’uomo?) e pure vive e ulula, ulula, con voce non umana; due portaferiti, accosciati sotto la roccia, gli gridano di tacere. Noi guardiamo un momento, senza pietà, con orrore. E poi pensiamo soltanto a noi. 'Dov'è il Battaglione Morbegno?'".
Nei giorni 29-31 ottobre ancora la Centuria Valcamonica e dal Val d’Intelvi (Compagnie 247ª e 244ª) mossero verso il Monticello Basso dall’Alpe Pajole; l’azione portò alla conquista di una posizione prossima a Q. 2432, che fu tuttavia subito abbandonata per il pronto contrattacco austro-ungarico.
Nella primavera del 1918 - dopo un lungo periodo in cui l’azione italiana nel gruppo dell’Adamello fu diretta verso altri obiettivi - venne nuovamente pianificato un attacco per la conquista della Conca Presena. L’azione - che sarà poi nota come la "Battaglia Bianca" - era articolata in due fasi: la prima verso q. 3055 del Maroccaro, Cima Presena e lo Zigolon; la seconda verso le ridottine di Conca Presena, il Passo Paradiso e i Monticelli.
Conclusa positivamente la prima fase il 25 maggio 1918, le Compagnie 50ª, 51ª e 52ª dell’Edolo, precedute dai plotoni arditi del Monte Granero e del Val d’Intelvi, mossero dalla Cresta del Lagoscuro e Castellaccio verso le ridotte della Conca Presena, infine conquistandole. Il 27 gli Alpini dell’Edolo occuparono le quote 2609 e 2552 del Monticello Superiore e il Monticello di Mezzo (Q. 2545); il Passo del Diavolo fu invece preso dal III Reparto d’Assalto, coadiuvato dai plotoni arditi del Monrosa, del Val Brenta e del Tolmezzo, partiti dal Tonale.
La quota più orientale dei Monticelli venne raggiunta da due plotoni della 52ª Compagnia dell’Edolo, i quali dovettero tuttavia abbandonarla, a causa dell’inteso fuoco dell’artiglieria e del contrattacco di reparti bosniaci.
Il successivo 13 giugno, durante la Lawine Expedition, gli uomini delle Hochgebirgskompagnien Nr. 17 e 28, muovendo da Q. 2432, riuscirono a rioccupare il Monticello di Mezzo, tenuto dalla 134ª Compagnia del Monrosa.
L’ultimo inutile tentativo di conquista delle restanti posizioni dei Monticelli in mano degli Austro-Ungarici fu infine esperito il 13-14 agosto, con l'attacco della 282ª Compagnia del Battaglione Pallanza e l’azione della 135ª Compagnia del Monrosa dall’Alpe Pajole verso l’imprendibile Q. 2432.
RENF - Fonte
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Belotti Walter, DALLO STELVIO AL GARDA ALLA SCOPERTA DEI MANUFATTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, Vol.2, Museo della Guerra Bianca in Adamello 1915-1918, 2004.
De Dorigo Santo, Pedrotti Amedeo, MONTICELLI - ALPE PAIOLE, 14 AGOSTO 1918 - L'INUTILE STRAGE DEL BATTAGLIONE MONROSA, in "Aquile in Guerra" n. 26/2018, Società Storica per la Guerra Bianca, Buccinasco 2018.
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Martinelli Vittorio, GUERRA ALPINA SULL'ADAMELLO 1915-1917, Edizioni Piovinelli, Pinzolo 1996.
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Meregalli Carlo, GRANDE GUERRA SULL'ADAMELLO, Tassotti Editore, Bassano del Grappa 1998.
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Patroni Alfredo, LA CONQUISTA DEI GHIACCIAI 1915-1918, Longanesi & C., Milano 1974.
Porro Francesco, IL VECIO ALPINO RACCONTA - 1915-1918 RICORDI DI GUERRA DEL SERGENTE MAGGIORE DEL BATTAGLIONE VAL D'INTELVI, Gruppo Alpini di Caslino d'Erba, Erba 2010.
Ravizza Michele, TRACCE DI MEMORIA - LA GRANDE GUERRA IN MONTOZZO, TONALE E PRESENA, Michele Ravizza 2021.
Robbiati Paolo, Viazzi Luciano, GUERRA BIANCA - ORTLER-CEVEDALE-ADAMELLO 1915-1916, Ugo Mursia Editore, Milano 1995.
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Tosti Amedeo, LA BATTAGLIA BIANCA - CONCA DI PRESENA MONTICELLI, 25,26 MAGGIO 1918, Carlo Voghera Editore, Roma 1933.
Viazzi Luciano, 18 AGOSTO 1996: RITROVATA LA SALMA DEL CAPORALMAGGIORE PIETRO SCHIAVETTI AL PASSO DEL DITO (CONCA DI PRESENA), in "Aquile in Guerra" n. 5/1997, Società Storica per la Guerra Bianca, Buccinasco 1997.
Viazzi Luciano, I DIAVOLI DELL'ADAMELLO 1915-1918, Ugo Mursia Editore, Milano 1981.
von Lichem Heinz, LA GUERRA IN MONTAGNA 1915-1918 Vol. 1 ORTLES ADAMELLO GIUDICARIE, Athesia, Bolzano 1999.
Weiser Fritz, KAISERSCHÜTZEN, TIROLER-VORALBERGER LANDSTURM UND STANDSCHÜTZEN, Jasper Verlag, Wien 1932.
REVI - Data
1915/06/09
REVX - Validità
post
TE - Testo epigrafe
LSIL - Lingua
Tedesco
LSCT - Categoria
Commemorativa
;
Data
LSII - Trascrizione testo graffito
[...]
LSIO - Trascrizione testo originale
✝︎
Im Gefechte
am 9.VI.1915. starben den
Heldentod: Hptm. E. Villani
Lt. M. Pompeio
Lt. R. Petrani
u. 1 Leutnant mit 19 Ma[...] des
5. Alpini Re[...]
LSIN - Interpretazione
Im Gefechte am 9 Juni 1915 starben den Heldentod:
Hauptmann E. Villani
Leutnant M. Pompeio
Leutnant R. Petrani
und 1 Leutnant
mit 19 Ma[...] des 5° Alpini Regiment
LSTI - Traduzione in italiano
Nel combattimento del 9 giugno 1915 morirono da eroi:
Capitano E. Villani (Giuseppe Villani)
Sottotenente M. Pompeio (Mario Pompele)
Sottotenente R. Petrani (Edoardo Petterino)
e un Sottotenente (Raimondo Arrigoni)
con 19 uomini (?) del 5° Reggimento Alpini
LSIC - Tecnica di costruzione
Vernice
LSIM - Materiali utilizzati
Vernice su pietra
LSDM - Dimensioni
Grande
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Non più esistente
DO - Fonti e documenti di riferimento
BIB - Bibliografia che menziona il graffito
Belotti Walter, Cavalleri Mauro Ezio, Pedrotti Amerigo, Peloia Massimo, I CIMITERI MILITARI DELLA GUERRA BIANCA SUL FRONTE DELL'ADAMELLO, Museo della Guerra Bianca in Adamello, Temù 2020.
Ravizza Michele, TRACCE DI MEMORIA - LA GRANDE GUERRA IN MONTOZZO, TONALE E PRESENA, Michele Ravizza 2021.
Weiser Fritz, KAISERSCHÜTZEN, TIROLER-VORALBERGER LANDSTURM UND STANDSCHÜTZEN, Jasper Verlag, Wien 1932.
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Foto di
Sergio Cassia
17/01/2016
Foto di
Sergio Cassia
15/10/2016
Foto di
Sergio Cassia
15/07/2017
Foto di
Sergio Cassia
11/02/2018
Foto di
Sergio Cassia
08/04/2018
Foto di
Sergio Cassia
13/09/2020
Rilevamento
Sergio Cassia
13/09/2020
Foto di
Sergio Cassia
19/12/2021
Foto di
Sergio Cassia
20/08/2022
Notizia storica
Sergio Cassia
17/07/2023
Inserimento
Sergio Cassia
17/07/2023
AN - Annotazioni
Gallery
a. La scritta in memoria degli Alpini caduti durante l'attacco del 15 giugno 1915 (fonte: Weiser F., "Kaiserschützen", op. cit.)
b. Il masso dove era presente la scritta nel 2020
c. Ora e allora del masso con la scritta
d. Ritratti del capitano Giuseppe Villani e dei sottotenenti Raimondo Arrigoni e Giuseppe Petterino
e. Vista dei Monticelli da nord-est: le quote 2432 (Inferiore), 2545 (Mezzo), 2552 e 2609 (Superiore); alle spalle, a dx, Castellaccio, Casamadre e Lagoscuro; a sx Cima Presena, Cornicciolo, cresta e passo di Maroccaro
f. Vista da Cima Presena sull'omonima Conca, Passo Paradiso e i Monticelli; sulla dx la Sgualgrina e il Cornicciolo
g. L'azione del 9 giugno 1915 (fonte: Meregalli G., "Grande Guerra sull'Adamello, op. cit.)
h. Vista da nord: Q. 2545, Passo del Diavolo, Q. 2552, Monticello Superiore, Passo Paradiso; alle spalle, Busazza, Passo dei Segni, Cornicciolo e Cima Presena
i. I Monticelli dalla testata della Val Presena
j. Cartolina della Croce Rossa con il dipinto di Hans Bertle "Gefecht des II. Landesschützenregiments am 9. VI. 1915 auf dem Presena-Gletscher beim Paradies-Paß"
k. Dipinto di Hans Bertle sull'episodio della morte del Caposquadra della Sanità Mayr
l. "Monte Paradiso - Due Alpini caduti durante il combattimento sul Ghiacciaio Presena del 9 giugno 1915" (fonte: Weiser F., "Kaiserschützen", op. cit.)
m. Elemento delle ridottine della Conca Presena
n. Elemento delle ridottine della Conca Presena
o. Foto d'epoca e dipinto di Hans Bertle riproducenti la messa di ringraziamento dei Landesschützen dopo la vittoria del giugno 1915 (foto d'epoca: AA.VV., I Cimiteri militari, op. cit.)
p. Ora e allora dell'altare su cui fu celebrata la messa (foto d'epoca: AA.VV., I Cimiteri militari, op. cit.)
q. Passo Paradiso e il Monticello Superiore
r. Il Monticello Superiore (con il villaggio militare) e Q. 2552 dalla Busazza
s. La cresta dei Monticelli da nord
t. I Monticelli da nord-est; in primo piano sulla sx l'imprendibile Q. 2432
u. I Monticelli al tramonto dal Tonale Orientale
v. La sistemazione italiana prima della "Battaglia Bianca" (fonte: Archivio ISCAG, contenitore 10, cartella 3)
w. "Andamento della sistemazione difensiva austriaca" prima della "Battaglia Bianca" (fonte: Tosti A., "La Battaglia Bianca", op. cit.)
x. Ora e allora delle postazioni italiane sul Monticello Superiore
y. Il Monticello Superiore e Q. 2552 dalla Val Presena
z. Il Monticello di Mezzo e il Passo del Diavolo dal Tonale
za. Monticello di Mezzo, Passo del Diavolo, Q. 2552 e Monticello Superiore
zb. I Monticelli al tramonto dal Tonale Orientale
zc. Vista sulla linea austro-ungarica a sudest del Tonale: i Monticelli e alle spalle la linea Gabbiolo, Cercen, Busazza, Passo dei Segni, Presena