Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Lapide del Soldato Giovanni Parenti - Quota 88 di Monfalcone (La Rocca)
Settore: Basso Isonzo - Carso
Codici
Codice
000438
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Lapide - Cimitero militare
OGTE - Epoca origine
Postbellica
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Friuli Venezia Giulia
PVCP - Provincia
Gorizia / Gurize / Gorica
PVCC - Comune
Monfalcone / Monfalcon / Tržič
PVCL - Località principale
Quota 88 di Monfalcone (La Rocca)
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Basso Isonzo - Carso
LTST - Toponimo storico località principale
Quota 87 di Monfalcone
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Regno d'Italia
ESBE - Forza Armata
Regio Esercito Italiano
ESBA - Arma
Cavalleria
ESBS - Specialità
Cavalleggeri
ESBR - Reggimento
Reggimento Cavalleggeri Guide (19°)
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
Il cippo in oggetto è costituito oggi da un cumulo di sassi, sopra il quale si ergono i resti di una croce in pietra, alla cui base si trova parte della targa a ricordo del soldato Giovanni Parenti. In origine, la targa portava incisa la scritta: "Il 15.5.1916 / MORI' COMBATTENDO / IN QUESTO PUNTO / PARENTI GIOVANNI e aveva cementata una foto del caduto in divisa.
Nella sera dopo le 21 del 14 Maggio 1916 cominciò dal settore dell'XI Corpo d'Armata un intenso e violentissimo bombardamento tra l'Albero Isolato e San Martino seguito da un attacco nemico preceduto da intenso getto di bombe a mano; verso le 22.30 dopo che il primo attacco fu rigettato, riprese con maggior violenza un secondo riuscendo ad occupare un piccolo tratto della Trincea Caltanissetta e la parte superiore dell'Elemento Quadrangolare. Verso le ore 2 del 15 Maggio venne organizzato un contrattacco che fu subito arrestato dal fuoco delle mitragliatrici. Ripetuto alle ore 4 con forze alquanto maggiori, venne riconquistato il tratto della Trincea Caltanissetta ma non è possibile riconquistare il tratto superiore dell'Elemento Quadrangolare. Anche negli altri settori di fronte della Terza Armata da parte austriaca si era fatto vivace il fuoco di fucileria, soprattutto nel settore della 25ª Divisione del XIII Corpo d'Armata. Lo stesso avvenne inizialmente anche presso il VII Corpo dì Armata con fuoco intenso di fucileria nel corso della notte nel settore di Ronchi coadiuvato anche da lancio di bombe a mano; un'incursione di aeroplani nemici con getto di bombe avvenne nella zona di Adria-Mandria-S. Polo-Ronchi e Staranzano.
Sulla fronte di Adria verso le ore 4.30 il nemico, dopo violenta ripresa di artiglieria durata un’ora e mezza, puntò con forze valutate due battaglioni per la strada di Bagni e pianura Lisert su Adria, da dove il presidio di cavalleria era stato previamente ritratto per sottrarlo al micidiale intenso tiro di demolizione. Da Adria il nemico disponevasi a proseguire su Monfalcone lungo il Canale Valentinis, ma contrattaccato dagli squadroni del Nizza e dai reparti della Brigata Cremona, retrocesse, lasciando nelle nostre mani 134 prigionieri, fra cui alcuni ufficiali e sgombre le Località di Adria e della Caserma Finanza, che vennero rioccupate dai nostri. Nella giornata violentissimo fuoco di artiglieria di medio e grosso calibro contro la nostra fronte da quota 98 al mare, che ha molto danneggiato le nostre opere di difesa, numerosa fanteria austriaca su tre colonne muoventi fra quota 121 e 85 si lancia all’attacco contro la suddetta nostra fronte riuscendo a penetrare in un tratto delle trincee tra quota 93 e la ferrovia. Con persistenti atti di controffesa i nostri ricacciano il nemico da parte della trincea occupata non riuscendo però a snidarlo dalla organizzazione difensiva avanzata del tamburo di quota 93 e da un tratto di parallela a sud di detta quota. La mischia per la rioccupazione di detti elementi avanzati si protrae ancora, con alterna fortuna durante la notte, mentre sulle nostre posizione di Selz l’attacco nemico pronunciatosi col sussidio di gas asfissianti e lanciafiamme viene completamente respinto. Sono catturati al nemico 141 prigionieri oltre i 134 già piùssopra segnalati. Perdite nostre rilevanti. Il Reggimento Cavalleggeri Guide si trovava da alcuni giorni in linea nel settore di Monfalcone con la seguente dislocazione: 1° e 2° squadrone in trincea di prima linea, con a destra la sez. mitr. nr. 1 allo sbarramento della ferrovia Monfalcone- Trieste, ed a sinistra la sez. mitr. nr. 2 postata a quota 93; 3° squadrone trincea di seconda linea in immediato rincalzo - 4° e 6° squadrone in Monfalcone in riserva - 5° squadrone a disposizione dei Lancieri di Vercelli per lavori di trincea - Stato Maggiore a Monfalcone. Il giorno 15 Maggio i reparti conservano inizialmente la dislocazione precedente. L'avversario, che continua la sua azione iniziata la sera precedente contro la VIIª Brigata, la cui fronte si stende a destra di quella tenuta dal Reggimento, volge i suoi tiri contro il settore della VIIIª Brigata (Guide e Treviso) . Si inizia un tiro di distruzione con artiglieria di piccolo, medio e grosso calibro su tutta la trincea occupata dal Reggimento facendola seguire poi da un violento tiro d'interdizione contro l'occorrere dei rincalzi. Tale azione durò tutta la giornata e si andò sempre più intensificandosi verso il tramonto diretta in special modo sull'ala sinistra della fronte tenuta dal Reggimento (q. 93) . Il Comando di Reggimento si porta al ricovero del Comando di 1° Gruppo di squadroni per assumere la direttiva dell'azione, mentre il comando di gruppo di squadroni è inviato al suo posto tattico al centro dei due squadroni che tenevano la trincea. Aggravandosi la situazione il 4° squadrone (di riserva) è mandato di rinforzo sulle trincee di quota 93, che appariva ormai scopo principale della violenta azione. Alle 15 giunsero in rinforzo due compagnie del 51° battaglione Bersaglieri. Verso le ore 18 mentre l'artiglieria nemica continuava a sconvolgere le trincee , una colonna nemica muoveva all'attacco della nostra trincea servendosi dei camminamenti nr. 6 e 7. Su di essa aprì il fuoco la Sez. mitragliatrici nr. 2. Contemporaneamente un'altra colonna nemica muoveva all'attacco al del Tamburo, mentre una terza puntava direttamente su quota 93. In alcuni punti avvennero lotte corpo a corpo, ed un plotone del 4° squadrone e uno del 2° unitamente alla squadrone di "Treviso" del Cap. PUCCI, concorsero alla cattura di buon numero di avversari. Ciò nonostante, data l'intensità dell'azione per momentanea opportunità le truppe ripiegarono sulla trincea di seconda linea subito rafforzate anche per l'accorrere di due compagnie del 4° battaglione Bersaglieri.
RENF - Fonte
Polli Gea, Cortese Nino, I GRAFFITI DELLA GRANDE GUERRA SULLE ALTURE DI MONFALCONE, Gaspari Editore, Udine 2007.
REVI - Data
1916/05/15
REVX - Validità
post
TE - Testo epigrafe
LSIL - Lingua
Italiano
LSII - Trascrizione testo graffito
IL 15.5.1916
MORI' COMBATTENDO
IN QUESTO PUNTO
PARENTI GIOVANNI
LSIO - Trascrizione testo originale
IL 15.5.1916
MORI' COMBATTENDO
IN QUESTO PUNTO
PARENTI GIOVANNI
LSTI - Traduzione in italiano
IL 15.5.1916
MORI' COMBATTENDO
IN QUESTO PUNTO
GIOVANNI PARENTI
LSIC - Tecnica di costruzione
Incisione in cavo
LSIM - Materiali utilizzati
Cemento
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Molto danneggiato
DO - Fonti e documenti di riferimento
BIB - Bibliografia che menziona il graffito
Polli Gea, Cortese Nino, I GRAFFITI DELLA GRANDE GUERRA SULLE ALTURE DI MONFALCONE, Gaspari Editore, Udine 2007.
Scrimali Antonio, Scrimali Furio, IL CARSO DELLA GRANDE GUERRA LE TRINCEE RACCONTANO, DA MONFALCONE AL VALLONE DI GORIZIA, Edizioni Lint, Trieste 1995.
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Rilevamento
Giorgio Pisaniello
04/08/2016
Foto di
Sergio Cassia, Giorgio Pisaniello
07/11/2020
Inserimento
Giorgio Pisaniello
20/02/2021
Aggiornamento
Marco Pascoli
23/02/2021
AN - Annotazioni
OSS - Osservazioni
Il cippo originale nei decenni è stato fortemente danneggiato. La targa, rifatta probabilmente dai parenti in occasione del centenario della morte del caduto (2016), ha già subito l'asportazione della foto (sottratta nel 2017).
Il Soldato Giovanni Parenti, nato il 10 settembre 1896, proveniva da Castiglione d'Adda e dunque venne reclutato dal Distretto Militare di Lodi. Morì per ferite riportate in combattimento (www.cadutigrandeguerra.it)
Gallery
a. La lapide del Soldato Giovanni Parenti
b. Il cippo nel 2016
c. Le linee di Quota 93 occupate nell'aprile 1916 dal Cavalleggeri Guide
d. Il cippo con la targa in un'immagine degli anni '90 del Novecento, tratta dal libro citato di Antonio e Furio Scrimali