Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Iscrizione "Minenwerfer Munition" - Cima Capi
Settore: Giudicarie - Alto Garda - Vallagarina
Codici
Codice
002001
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Iscrizione
OGTE - Epoca origine
Bellica
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Trentino-Alto Adige/Südtirol
PVCP - Provincia
Trento
PVCC - Comune
Riva del Garda
PVCL - Località principale
Cima Capi
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Giudicarie - Alto Garda - Vallagarina
LTST - Toponimo storico località principale
Quota 906 / Monte Sperone / Cima Capi
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Impero Austro-Ungarico (Österreichisch-Ungarische Monarchie / Osztrák-Magyar Monarchia)
ESBE - Forza Armata
Imperiali e Regie Forze Armate Terrestri austro-ungariche (K.u.K. Landstreitkräfte)
ESBN - Esercito nazionale
Imperiale e Regio Esercito comune (K.u.K. Armee)
ESBA - Arma
Truppe Tecniche (Technische Truppen)
ESBS - Specialità
Zappatori (K.u.K. Sappeurtruppe)
ESBZ - Specializzazione
Reparti Lanciamine (Minenwerfer Abteilungen)
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
L'iscrizione individua un piccolo deposito di munizioni per il lanciamine; il comando del relativo reparto era collocato a poca distanza (cfr. cod. 001981).
Il lanciamine o bombarda, una delle prime artiglierie a tiro curvo a comparire sui campi di battaglia del XIV secolo, trovò notevole impiego (nella sua veste tecnica rinnovata) durante la Prima guerra mondiale, soddisfacendo le esigenze della guerra di posizione; in forza del tiro molto curvo, il lanciamine consentiva di colpire con proiettili provvisti di una potente carica esplosiva obiettivi posti a poche decine/centinaia di metri di distanza e/o in spazi costretti (come, nel caso in esame, coloro che volessero attaccare le posizioni di vetta lungo le ripidissime pareti di Cima Capi).
All'interno del II Sottosettore (Abschnitt Riva) del III Rayon (Trentino meridionale), Cima Rocca e Cima Capi costituivano gli ultimi formidabili baluardi della linea trincerata austroungarica sui crinali della Val di Ledro, collegate alle opere della Tagliata della Ponale (Ponalsperre) mediante le postazioni del Defensionmauer (quote 700, 550 e 500).
Cima Rocca, Cima Capi e il Defensionmauer vennero investiti dall'offensiva italiana condotta tra il 5 e il 21 aprile 1916 dagli alpini del Battaglione Val Chiese, dai bersaglieri dell’VIII Battaglione del 7° Reggimento e dai finanzieri del III Battaglione (coadiuvati dai fanti del 62° Reggimento della Brigata Sicilia ed da un reparto di Volontari Bresciani).
Nella prima fase dell’offensiva verso Cima Capi, gli Italiani riuscirono a conquistare quota 700 del Defensionmauer, con notevoli perdite.
Il cappellano militare don Primo Discacciati, assegnato all'Ospedaletto da campo n. 25 di Storo, restituisce nel suo diario alcune significative impressioni della battaglia: "le autolettighe continuano a sgombrare feriti" (6 aprile); "questa notte 42 nuovi feriti, conciati in tutti i modi" (9 aprile); "continuano ad arrivare truppe di rincalzo: fanteria, Alpini, finanzieri. L'azione verso Riva non va molto bene: gli Austriaci sono trincerati (sic) in gallerie e anche i nostri maggiori calibri non riescono a sloggiarli" (15 aprile).
L’azione verso la sovrastante quota 906 (Cima Capi o Sperone) ebbe invece luogo tra il 20 e il 21 aprile: gli alpini del Battaglione Val Chiese, sostenuti da due plotoni di bersaglieri, scalarono la parete rocciosa, con “salita difficoltosissima e … effettuata esclusivamente col concorso delle corde manilla” (così nel Diario storico militare del Battaglione Val Chiese).
Memorabile la descrizione dell'assalto fatta dal bersagliere Tenente Giuseppe Gabbin in una lettera al fratello (cfr. “Qui finisce l’odio del mondo”, cit.): "Si trattava di superare un piccolo dislivello di 200 metri per giungere di sorpresa sulle trincee nemiche. Il breve dislivello era allora rappresentato da una muraglia sola. Salimmo quindi a larghi intervalli, passando da una roccia all'altra, da una spaccatura ad una corda, sempre sospesi nel vuoto. Il buon Dio pensò ch'era conveniente qualche corroborante e fece imperversare su noi, per tutta la durata della scalata un diluvio di pioggia, neve, grandine e con esso sassi d'ogni misura ed un vento impetuoso. Col mio plotone di testa giunsi alla fine della salita dopo nove ore di fatica improba. Non c'erano che due vedette, mezzo addormentate, che senza essere in tempo di dare l'allarmi, fecero un volo di 800 metri cadendo a picco presso la bella Riva".
Dopo numerosi attacchi e contrattacchi la quota 906 venne brevemente conquistata: già alle ore 5, 30 del 21 aprile, tuttavia, gli attaccanti furono costretti a ripiegare sulle posizioni di quota 700.
RENF - Fonte
Azzini Luca, MINENWERFEN - LANCIAMINE AUSTRIACI DA TRINCEA DELLA GRANDE GUERRA, Nordpress Edizioni, Chiari 2006.
Cappellano Filippo, L'ARTIGLIERIA AUSTRO-UNGARICA NELLA GRANDE GUERRA, Gino Rossato Editore, Valdagno 2001.
Cappellano Filippo, Marcuzzo Bruno, ARTIGLIERIA DA TRINCEA AUSTRO-UNGARICA E GERMANICA, Vol. 2 STORIA E TATTICA, Gaspari Editore, Udine 2012.
Castagna Annalisa, IL DISPERSO DI MONTE SPERONE, in "Forte Rivon" n. 9/2008, Associazione Ricercatori Storici "IV Novembre", Schio 2008.
Colombo Dario, MEMORIE DI GUERRA DA BIACESA - DIARIO DEL FINANZIERE CELESTINO BOTTI, Ermanno Albertelli, Parma 2007.
Discacciati Primo, MIO DIARIO DI GUERRA (a cura di Gianni Poletti), Gruppo storico culturale "Il Chiese", Storo 1989.
Fava Domenico, Foglio Antonio, Grazioli Mauro, Ligasacchi Gianfranco (a cura di), LA GRANDE GUERRA NELL'ALTO GARDA - DIARIO STORICO MILITARE DEL III BATTAGLIONE DELLA REGIA GUARDIA DI FINANZA, Il Sommolago, Arco 2017.
Fioroni Giovanni, LA VALLE DI LEDRO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, Edizioni Temi, Trento 2008.
Ministero della Guerra, RIASSUNTI STORICI DEI CORPI E COMANDI DELLA GUERRA 1915 - 1918, ALPINI, Libreria dello Stato, Roma 1930 - 1931.
Ricciardi Francesco (a cura di), 1915-1916 CANNONI IN VAL DI LEDRO, Ricciardi & Associati, Roma 2014.
Tamburini Arianna, Tavernini Lodovico, Ischia Marco, LA DIFESA SOTTERRANEA - IL "FESTUNGABSCHNITT", SETTORE FORTIFICATO DI RIVA, E LE SUE OPERE IN CAVERNA NELLA GRANDE GUERRA, Museo Civico Riva del Garda, 2007.
Vecchiato Dino, Zanon Giampietro, QUI FINISCE L'ODIO DEL MONDO - LA GRANDE GUERRA NELLE MEMORIE E NELLE IMMAGINI DEL CAPITANO GIUSEPPE GABBIN, Ugo Mursia Editore, Milano 2005.
TE - Testo epigrafe
LSIL - Lingua
Tedesco
LSII - Trascrizione testo graffito
M.W.
Munition
LSIO - Trascrizione testo originale
M.W.
Munition
LSTI - Traduzione in italiano
Munizioni per lanciamine
(Minenwerfer Munition)
LSIC - Tecnica di costruzione
Incisione in rilievo
LSIM - Materiali utilizzati
Cemento
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Integro
DO - Fonti e documenti di riferimento
BIB - Bibliografia che menziona il graffito
Riccadonna Donato, Zattera Mauro, SENTIERI DI CONFINE, Grafica 5, Arco 2015.
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Foto di
Sergio Cassia
16/05/2015
Foto di
Sergio Cassia
26/01/2019
Foto di
Sergio Cassia
03/04/2022
Rilevamento
Sergio Cassia, Alisa Orlova
03/04/2022
Inserimento
Sergio Cassia
28/05/2022
AN - Annotazioni
Gallery
a. L'iscrizione "M.W. Munition"
b. Vista su Cima Capi dalla base di Cima Rocca
c. L'iscrizione "M.W. Munition" all'ingresso della riservetta
f. Particolare dello schizzo del col. Fusero "Posizione delle opere di difesa dal nemico da Cima Parì al Lago di Garda" (fonte: Colombo, "Memorie di Guerra", cit.)
g. La parete di roccia risalita dagli Italiani tra il 20 e il 21 aprile 1916, su cui si svolge ora la ferrata Susatti
h. La parete di roccia risalita dagli Italiani tra il 20 e il 21 aprile 1916, su cui si svolge ora la ferrata Susatti
i. Vista da Cima Rocca: Riva del Garda a sinistra e Cima Capi a destra