Pregevole epigrafe realizzata sulla mensola esterna della feritoia di una postazione per mitragliatrice, realizzata all’interno di uno sperone roccioso del versante nordest del Monte Cadria. La postazione consentiva di controllare sia i ripidi pendii verso la Val Concei che l’importante valico della Bocca di Tortavai.
L’epigrafe, datata 1917 e impreziosita dalla raffigurazione di una stella alpina, non dà indicazioni sul reparto autore.
Nel diario dello Standschütze del Battaglione Bezau Oswald Kaufmann ("La mia cronaca di guerra", cit.), è tuttavia presente un disegno, realizzato dallo stesso Kaufmann e intitolato "M.G.A. auf Cadria" (cfr. pag. 96 dell’edizione italiana e foto allegata), in cui l'acronimo "M.G.A." ha particolarità stilistiche quasi identiche a quelle dell’epigrafe in esame; si noti, ad esempio, il singolarissimo tratto che barra in orizzontale la lettera M, che accomuna la lettera maiuscola nel diario a quella incisa sulla mensola della feritoia.
Ricordato che Kaufmann prestò servizio sul Cadria nel Battaglione Bezau sin dal 1915, entrando poi a far parte proprio del reparto mitraglieri, è ragionevole concludere o che abbia copiato sul suo diario l’iscrizione vista sulla feritoia o che, più verosimilmente, ne sia lui stesso l’autore.
Lo Standschütze Kaufmann in effetti fa più volte riferimento nel suo diario alla formazione da mitragliere ricevuta e ai lavori di approntamento di postazioni per mitragliatrice, come negli estratti che seguono:
02 febbraio1917: "Abbiamo lavorato in galleria con pala e piccone. Al pomeriggio abbiamo fatto esercitazioni di mitragliatrice: dovevamo smontare e montare a occhi chiusi i pezzi della mitragliatrice";
19 febbraio 1917: "Ho preparato nella galleria una postazione per la mitragliatrice";
28 agosto 1917: "Abbiamo dovuto cementare la postazione nr. 4 e completare le quattro feritoie per le mitragliatrici, che sono state incavernate. Noi mitraglieri abbiamo fatto proprio un bel lavoro!".
I soldati che prestavano servizio in queste zone dovevano fare i conti un terreno posto ad altezze superiori ai 2000 m e dai versanti assai scoscesi; durante l’inverno, le nevicate eccezionali degli anni di guerra costrinsero gli uomini dei presidi a rimanere isolati nelle proprie posizioni anche per lunghi periodi.
Come anche raccontano sia Felix Hecht che Oswald Kaufmann, a partire dalla primavera 1916, le pendici del Cadria III rivolte verso val di Concei videro gli Austro-Ungarici impegnati in numerose incursioni, scendendo dai ripidi canaloni per assalire gli avamposti italiani.
Fino alla fine del conflitto, le operazioni imperiali in zona rimasero tuttavia limitate a sporadiche incursioni verso gli avamposti di osservazione degli Italiani.
Questi ultimi, d’altra parte, non intrapresero mai grandi operazioni, in ragione delle proibitive caratteristiche del terreno. Nel 1918 il generale Badoglio fu in val di Ledro per studiare la messa in atto di una ipotizzata offensiva al settore del Nozzolo-Cadria: già dalle prime verifiche sul campo si rese conto che l'operazione avrebbe comportato un numero altissimo di perdite e decise pertanto di bocciarla in pieno.
La sola montagna costituiva di per sé un bastione formidabile, un ostacolo durissimo per chi avesse osato attaccarla. La vita dei difensori fu ugualmente dura e infelice, tra bombardamenti quotidiani, pattugliamenti su terreni insidiosi, fame disperata e la natura selvaggia e impietosa delle alte quote.