Pregevole iscrizione ricavata sul portale della galleria-cannoniera che, nei periodi successivi alla presa italiana del Monte Sabotino (avvenuta durante la VI Battaglia dell'Isonzo, nella giornata del 6 agosto 1916), ha ospitato i pezzi, i serventi e le munizioni della 18ª Batteria Cannoni Pesanti Campali da 105 del 2° Reggimento Artiglieria Pesante Campale. Da questo versante, la batteria poteva esercitare con efficacia la propria azione di fuoco verso gli obiettivi afferenti alla linea difensiva austro-ungarica Monte Santo - Monte San Gabriele - Santa Caterina - San Marco e ad alcuni punti di immediata retrovia ad essa retrostanti, ossia verso un tratto del fronte austro-ungarico ripetutamente attaccato dal Regio Esercito nella seconda parte del 1916 e soprattutto nella primavera-estate del 1917.
Le prime batterie cannoni pesanti campali da 105 appartenenti ai gruppi del 2° Reggimento Artiglieria Pesante Campale giunsero in linea, nel settore di Gorizia, a partire dall'estate del 1916. Il sistema d'arma che schieravano, ossia il Cannone Pesante Campale da 105 (o Cannone da 105/28) era stato concepito nel 1914 e si presentava come un pezzo moderno, piuttosto versatile ed efficace soprattutto nell'impiego per il tiro di controbatteria, per il fuoco di sbarramento contro le colonne nemiche in movimento e per il fuoco di supporto alle azioni offensive. Secondo l'opera citata di Carlo Montù (Vol. IX), questo pezzo in batteria pesava 2470 kg, sparava proietti calibro 105 mm di peso variabile fra i 15,500 kg e i 16,200 kg a seconda della tipologia di ordigno, a una distanza massima variabile (sempre a seconda della tipologia del proietto) fra i 7500 metri e i 12800 metri, con velocità di uscita del proietto variabile fra i 352 metri al secondo e i 583 metri al secondo.
Peculiare risulta la firma dell'autore dell'epigrafe, con ogni verosimiglianza un artigliere in forza presso la batteria che volle celebrare con la propria incisione: si tratta dello "Scultore Meccanico" Giuseppe Boccara, nato a Tunisi nel 1885, reclutato presso il Distretto Militare di Livorno. Stando alla banca dati citata (Albo d'Oro), egli dovrebbe essere sopravvissuto alla guerra.
I vani interni alla galleria-cannoniera risultano, ad oggi, parzialmente ostruiti.