Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Cippo del volontario trentino Marcello Bernardi - Anduins
Settore: Prealpi Carniche
Codici
Codice
001226
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Monumento - Cippo
OGTE - Epoca origine
Postbellica
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Friuli Venezia Giulia
PVCP - Provincia
Pordenone / Pordenon
PVCC - Comune
Vito d'Asio / Vît
PVCL - Località principale
Pielungo
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Prealpi Carniche
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Regno d'Italia
ESBV - Civili
Legione Trentina
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
Il cippo ricorda la morte di Marcello Bernardi era stato ritrovato, fra sterpaglie ed erbe secche da Tullio Trevisan all'inizio del 1997. Recuperato e ripulito dal locale Gruppo degli Alpini, è stato inaugurato con una semplice cerimonia il 9 novembre dello stesso anno. Per l'occasione, si era cercato di rintracciare gli eventuali parenti del Caduto per invitarli a partecipare alla cerimonia, ma la ricerca non aveva dato alcun risultato. Poi, casualmente, la notizia e arrivata all'orecchio di alcuni parenti che, chi se lo sarebbero aspettato, abitano proprio nel Pordenonese. Oggi la famiglia ha potuto rendere commosso omaggio a quel loro Caduto, della cui fine non erano mai riusciti ad avere notizie certe.
Tullio Perfetti
"I1 mattino del 5 Novembre 1917 una lunga colonna di soldati, dopo aver bivaccato nella conca di S. Francesco, scendeva fra le nebbie la stretta e tortuosa Val d'Arzino; erano uomini stanchi, laceri, duramente provati da 10 giorni di continui combattimenti e lunghe marce, oppressi dalla fatica, le privazioni, lo sgomento. Erano i giorni della ritirata di Caporetto ed i reparti del XII Corpo d'Armata della Carnia, dopo lo sfondamento del fronte sull'Isonzo, erano costretti a ritirarsi verso il Grappa ed il Piave; la 26ª divisione era stata avviata verso il Cadore o la Val Meduna, la 36ª e la 63,1 dovevano tentare di raggiungere la pianura per la Val d'Arzino. In testa alla colonna, con gli Alpini deI Btg. Gemona, un giovanissimo tenente, comandante di una Sezione di mitragliatrici; si faceva chiamare Bruno Montanara, ma i suoi superiori e forse anche molti dei suoi soldati sapevano che era un irredento trentino. Il suo vero nome era Marcello Bernardi, classe 1897, di Trento, appartenente ad una importante famiglia di sentimenti italianissimi, che vantava molti personaggi illustri ed aveva in centro città (via Verdi) una libreria, ritrovo e centro di cultura ed irredentismo.
Per non vestire la divisa austriaca un fratello si era rifugiato in Svizzera; Marcello invece aveva disertato, era riuscito ad attraversare il fronte sul M. Panarotta (Val Sugana) e si era arruolato nell'Esercito Italiano. Aveva alle spalle due anni di guerra, quando il suo reparto era stato coinvolto nella ritirata di Caporetto ed era diretto ad un attacco disperato verso Pielungo e Pradis per sfuggire all'accerchiamento. Dopo duri combattimenti le soverchianti forze avversarie chiusero tutte le possibili vie di scampo ed i superstiti delle due divisioni furono costretti alla resa, solo pochi reparti riuscirono a sfuggire alla cattura per le difficili vie delle montagne clautane. La guerra si concluse esattamente un anno dopo, molte delle salme dei caduti di quella battaglia, italiani ma anche austriaci e germanici, furono riesumate, identificate e sepolte nel cimitero di guerra di Val da Ros a Pradis; ma di Marcello Bernardi non si seppe nulla, forse anche la doppia identità rese più difficile la ricerca e l'identificazione.
La famiglia ricevette una lettera ufficiale "vada superbo di un tale figlio", "fine gloriosa", ma nessuna indicazione di una data o di una località, di un luogo di sepoltura; genitori e parenti vissero sempre con questa incertezza e questa pena nel cuore. Nel corso delle mie lunghe e sistematiche perlustrazioni nelle montagne delle Prealpi Carniche alla ricerca di reperti e testimonianze della Grande Guerra, nei pressi della strada "Regina Margherita" della Val d'Arzino, poco sotto le case di Pielungo, scoprii per caso una lapide nascosta fra la vegetazione. Una prima sommaria pulizia mi permise di accertare la natura di quella stele; passai la notizia al dott. Tullio Perfetti, Vice Presidente dell'A.N.A. di Pordenone, che con gli Alpini di Vito d'Asio provvide a liberare un breve spiazzo, ripulire 1'iscrizione del soldato caduto. E tutto pareva finito li. Ma i Bernardi di Trento sono imparentati con alcune famiglie del Pordenonese, i Russolo, i Bellavitis, gli Scotti e attraverso il dott. Lando Bellavitis, che era venuto a conoscenza del ritrovamento della lapide, aveva letto il libro con la ricostruzione di quell'episodio di guerra e aveva visto la documentazione fotografica, la notizia arrivò a Trento.
Dopo 85 anni la famiglia Bernardi (ormai nipoti e pronipoti) ha potuto ricostruire la morte e ritrovare la tomba di Marcello, il giovane volontario irredento che forse aveva sognato di tornare vittorioso nella sua città, con i suoi soldati, italiani come italiano era lui. Nel mese scorso due nipoti, il dott. Giuseppe Bernardi e 1'avv. Eugenio Russolo, entrambi ultra ottantenni, nati poco dopo la morte del congiunto, ma che avevano sempre vissuto in famiglia il ricordo ed il lutto di quella morte, annunciata ufficialmente ma mai precisata nella forma e nel luogo, vennero a Pordenone e con il Bellavitis li accompagnammo in Val d'Arzino, a rendere omaggio e portare un fiore sulla tomba "dello zio Marcello".
Per la famiglia la breve ed eroica esistenza del tenente Bernardi solo ora poteva essere considerata “conclusa".
RENF - Fonte
Benvenuti Sergio, LA LEGIONE TRENTINA NEL CORSO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, in "Bollettino del Museo Trentino del Risorgimento" n. 2/1976, Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà, Trento 1976.
Ferrari Oreste (a cura di), MARTIRI ED EROI TRENTINI NELLA GUERRA DI REDENZIONE, Legione Trentina, Trento 1931.
TE - Testo epigrafe
LSIL - Lingua
Italiano - Latino
LSII - Trascrizione testo graffito
Rappresentazione di una fiamma ondeggiante
IL · VI · XI · MCMXVII
QVI
CADDE · COMBATTENDO
PER · L'ITALIA
IL · VOLONT. · TRENTINO
BERNARDI · MARC.
S. TENENTE · MITR · I · ALP.
Raffigurazione della Stella d'Italia
LA · LEGIONE · TRENTINA
POSE
LSIO - Trascrizione testo originale
Rappresentazione di una fiamma ondeggiante
IL · VI · XI · MCMXVII
QVI
CADDE · COMBATTENDO
PER · L'ITALIA
IL · VOLONT. · TRENTINO
BERNARDI · MARC.
S. TENENTE · MITR · I · ALP.
Raffigurazione della Stella d'Italia
LA · LEGIONE · TRENTINA
POSE
LSTI - Traduzione in italiano
IL 6 NOVEMBRE 1917
QUI
CADDE COMBATTENDO
PER L'ITALIA
IL VOLONTARIO TRENTINO
BERNARDI MARCELLO
SOTTOTENENTE MITRAGLIERE ALPINI
Raffigurazione della Stella d'Italia
LALEGIONE TRENTINA
POSE
LSIC - Tecnica di costruzione
Incisione in cavo
LSIM - Materiali utilizzati
Marmo
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Integro
DO - Fonti e documenti di riferimento
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Rilevamento
Diego Franchetti
11/03/2018
Foto di
Giorgio Pisaniello
15/04/2021
Inserimento
Giorgio Pisaniello
27/02/2022
Aggiornamento
René Querin
08/09/2022
AN - Annotazioni
OSS - Osservazioni
Il volontario Marcello Bernardi è altresì ricordato in una lapide murata dalla Legione Trentina sulla sua casa natale di Trento, in via Verdi 73.
Gallery
a. Il cippo dopo l'evidenziazione
b. Il cippo prima del ripasso
c. La targa posata dalla Legione Trentina sulla casa natale di Marcello Bernardi