Il Catasto dei Graffiti della Grande Guerra
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Cimitero militare austroungarico - Prosecco
Settore: Litorale - Carso Triestino
Codici
Codice
000663
ESC - Ente Schedatore
Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna
OG - Oggetto
OGTT - Tipo oggetto
Lapide - Cimitero militare
OGTE - Epoca origine
Mista
LC - Localizzazione
PVCS - Stato
Italia
PVCR - Regione
Friuli Venezia Giulia
PVCP - Provincia
Trieste / Trst
PVCC - Comune
Trieste / Trst
PVCL - Località principale
Prosecco
PVPE - Altra denominazione
Prosek
PVSO - Localizzazione attuale
In situ
LS - Localizzazione storica
LTSS - Settore
Litorale - Carso Triestino
LTST - Toponimo storico località principale
Prosecco
AU - Autore
ESBS - Stato belligerante
Impero Austro-Ungarico (Österreichisch-Ungarische Monarchie / Osztrák-Magyar Monarchia)
ESBE - Forza Armata
Imperiali e Regie Forze Armate Terrestri austro-ungariche (K.u.K. Landstreitkräfte)
RE - Notizie storiche
RENN - Notizia storica
Già dopo lo sfondamento di Plezzo-Tolmino (Bovec-Tolmin), la battaglia di Caporetto (Kobarid), i vertici dell’esercito austroungarico intrapresero un riordino dei cimiteri che le undici battaglie dell’Isonzo avevano lasciato sul territorio carsico iniziando così quel lavoro di bonifica terminato, a guerra finita, dai reparti del Regio Esercito. Dismissione di tanti piccoli cimiteri reggimentali, raccolta di salme rimaste disperse nelle trincee, nelle pieghe del terreno, nelle caverne abbandonate e in tante sepolture singole, con caduti identificati o ormai privi di un nome. Nel territorio della Provincia di Trieste rimangono oggi solamente due grandi cimiteri creati durante il conflitto e messi allora al servizio, per così dire, degli stabilimenti sanitari militari. Il primo si trova vicino al paese di Prosecco-Prosek, in una grande e profonda dolina. In realtà la zona cimiteriale si estendeva anche alle doline attigue, ma con il tempo le salme vennero raccolte nella sola dolina centrale. Oggi vi si accede lungo un incerto sentiero che si stacca dalla strada provinciale del Carso. Il sentiero originario è però ancora riconoscibile: raggiunta la scalinata infatti si vede sulla destra un basso muretto a secco che raggiunge con una dolce curva un prato vicino; è quanto rimane della traccia del sentiero dell’epoca. Sulla spalletta destra della scalinata nell’anno 2012 è stata applicata una targa in vetro a ricordo dei lavori di restauro e recupero svolti a cura dei Giovani pompieri volontari della Stiria guidati da un gruppo di adulti, appartenenti a gruppi di Vigili del Fuoco volontari stiriani. Scendendo la scalinata e valicato il cancelletto, ci si ritrova accanto a una grande fossa comune che raccoglie i caduti esumati dalle doline vicine all’attuale cimitero; il basamento del monumento è contornato da tabelle con i nomi dei caduti. Anche altre fosse analoghe sono presenti nel cimitero, prive di nomi singoli e con la sola indicazione del luogo di provenienza dei caduti: cimiteri di Doberdò, di Lucinico e via dicendo. Il cimitero raccoglie i resti di 5733 caduti ma soltanto 578 sono ancora segnalati con nome e cognome. Nonostante il tempo trascorso e l’incuria di chi avrebbe dovuto vigilare su questi siti, alcune storie arrivano sino a noi: la prima è quella raccontata dalla piccola croce in pietra che incontriamo nel viale centrale. La scritta ormai quasi illeggibile recita così: ALLA CARA MEMORIA DI ANTONIO BERNARDIS DI ANNI 49 DA TRIESTE PERITO ACCIDENTALMENTE IL 30.6.1917 LASCIANDO NEL DOLORE L’INCONSOLABILE CONSORTE CHE IN SEGNO D’AFFETTO QUESTO RICORDO POSE R.I.P. - INFANTERIST TRAIN D(ivison). D(er). LST BAON 418 1242 Si tratta di un anziano riservista triestino, conducente o comunque addetto ai trasporti, morto accidentalmente nel giugno del 1917. La collocazione del monumento nel viale centrale lascia però capire come non di una sepoltura si tratti, bensì di un ricordo voluto dalla famiglia. Ignoriamo dove il fatto sia accaduto e dove in realtà riposi Antonio Bernardis. A sinistra della scalinata sono raccolte alcune delle lapidi che originalmente ornavano le fosse, e ognuna di esse racconta la storia di una fine. Al centro del viale si erge una grande croce metallica e dietro di essa altre fosse comuni. Una seconda storia viene narrata da uno Sterbebeild, una memoria funebre, recuperata a uno dei tanti mercatini dell’antiquariato: è la memoria di Sebastian Hartl, artigliere, morto il 28 agosto 1917 all’età di 20 anni per fatiche di guerra. La memoria segnala il numero della tomba, 1394 e il luogo: Prosecco. Una ricerca tra i nomi ancora presenti ha dato buon esito, la tabella con il nome c’è ancora e sembra essere un simbolo per le truppe della duplice monarchia. Sebastian Hartl, austriaco, nato a Kraxenberg nella parrocchia di Kircheim riposa in una sepoltura multipla con un caduto polacco, uno ungherese ed uno boemo o forse slovacco. Segnalato il ritrovamento alla Österreichische Schwarze Kreuz, la stessa si è attivata cercando eventuali discendenti che sono stati trovati e hanno portato, senza trombe e fanfare, un piccolo ricordo sulla croce del loro avo, non più dimenticato.
TE - Testo epigrafe
CO - Stato di conservazione
STCC - Stato di conservazione
Assoggettato restauro/ricostruzione
DO - Fonti e documenti di riferimento
CM - Compilazione e aggiornamenti
CMPR - Ruolo intervento
CMPN - Nome
CMPD - Data
Rilevamento
Giorgio Pisaniello
11/04/2008
Foto di
Giorgio Pisaniello
13/03/2013
Inserimento
Giorgio Pisaniello
22/06/2021
AN - Annotazioni
Gallery
a. La lapide all'entrata del cimitero
b. Vista laterale del cimitero